Il seguente testo è
estratto da libro Aikido and Words of Power - The Sacred Sounds of
Kototama (1) di William Gleason (2), pubblicato nel
2009. Questo capitolo si intitola In the
Beginning—The Kototama of Su (In principio - il Kototama Su).
L’Aikido affonda le proprie radici nello
shintoismo giapponese, il cui insegnamento originale è il kototama. E’ dal kototama,
traducibile come “parole-spirito”, che sono state create le nostre capacità
innate del linguaggio e del pensiero. Il kototama
comunque non dovrebbe essere visto come un mezzo per dividere le persone o fare
distinzioni di razza. Essendo la radice del pensiero stesso e perciò di tutte
le lingue parlate, è un mezzo per comprendere la nostra origine comune e la
nostra unità.
Il kototama non è una teoria, non è un
insegnamento. E’ l’energia vitale, detta ki,
che dà vita alla coscienza in tutte le sue varie forme. In altre parole, è la
mente che crea gli esseri umani e non il contrario. La nostra unicità nel regno
animale sta nella nostra capacità di tradurre i sentimenti in pensiero astratto
e quindi in creatività. Il modo in cui usiamo questo strumento determina
fortemente la qualità delle nostre vite e anche quella del pianeta.
“L’Aikitama, lo spirito dell’armonia (aiki: armonia; tama: spirito, anima - n.d.t.) è la funzione delle
parole-spirito; è il ki creativo
dell’universo. Come pesci nell’oceano, siamo immersi in un mare di coscienza.
Siamo così immersi infatti, che non è facile per noi vedere la nostra vera
natura o il ruolo decisivo che inevitabilmente giochiamo nella creazione della
nostra realtà. E’ solo quando la nostra esperienza soggettiva è verificata dal
principio obiettivo della mente originale che la realtà diventa
consistentemente chiara.
Il Kototama è “la parola” che è
destinata a manifestarsi in forma umana. E’ il kotoha, la vibrazione (ha)
dell’onda (koto) luminosa super
veloce della vita. In quanto forza vitale di ogni cosa è onnipresente; non
esiste niente al di fuori di essa. In quanto origine della coscienza è
onnisciente. In quanto origine del movimento e, quindi, della potenza, è
onnipotente. In quanto realtà dietro le apparenze è il “non nato”, ciò che non
conosce separazione all’interno dell’eterna trinità di mente, materia e
spirito. Nelle parole del Buddha: «In verità, esiste una realtà in cui non c’è
né solido, né liquido, né calore, né moto, né questo mondo, né un altro, né il
sole, né la luna... Se non ci fosse questo Non Nato, Non Originato, Non Creato,
Non Formato, la fuga dal mondo del nato, dell’originato, del creato, del
formato, non sarebbe possibile.» Lo spirito creatore dell’universo, da cui sono
nate tutte le altre parole-spirito, è il Kototama
“Su”. Il ki del Su è puro
movimento; è lo spirito dell’universo infinito così come il nostro stesso
spirito. Dà continuamente vita a U,
il giudizio meccanico dei nostri cinque sensi. E’ attraverso questa coscienza
che il mondo della forma è percepito per la prima volta. Qual è allora
l’origine di Su? La grande origine di Su è il vuoto senza confini di Mu.
Unirsi a questa
coscienza significa raggiungere la saggezza del grande specchio. Significa
scoprire lo specchio limpido della mente perfetta, chiamato sunyata. Visto come esistenza è il
vuoto. Visto come vuoto è esistenza. Al di fuori di questo spazio infinito la
potenza creativa della coscienza universale diventa piena e ricca e si presenta
come il grande fuoco yang del ki di Ho. Dal movimento di questo grande yang nasce la prima particella di ki spirituale. Il suo nome è hochi. Questo ki
splendente, che irradia verso l’esterno raccogliendo altre particelle di ki spirituale, dà vita al kototama di Su. Su, estendendosi in
tutte le direzioni, dà vita al kototama
di U. E’ l’inizio del mondo
spirituale, il reame dell’intuitivo, detto kamyo,
l’età degli dei.
Reitai ittai
La dimensione U, nata dal movimento
di Su, è detta “reitai ittai”, spirito e corpo in uno. E’ il reame dei sensi, dove
non c’è capacità di separare una cosa dall’altra. Non contiene coscienza di sé
o dell’altro. Nel Buddismo si chiama Dharmakaya,
il terreno dell’essere. In termini buddisti, la parola vuoto significa mancanza
di qualunque essere individuale o separato. In altre parole, è la totale
interdipendenza di tutte le cose. La qualità del vuoto è la voce di Ku. Mu, la sua controparte, è il ki
vitale che riempie quel grande vuoto.
O-Sensei Morihei Ueshiba descriveva il grande vuoto dell’essere come Su-U-Yu-Mu. Su-U è allo stesso tempo assoluto e relativo. Al centro del
cervello c’è iwasu, il nido dei
cinquanta suoni. E’ l’isola (shima)
dove il suono e il significato diventano uno. Yu è l’equilibrio armonico di fuoco e acqua, yin e yang. Sta in mezzo
ed unisce U e Mu, materia e ki. Il ki e la materia combinati creano l’umu, il potere della nascita. Come
sostantivo diventa umi, l’oceano da
cui la vita fisica è nata su questo pianeta.
Il kototama Su contiene e da vita a tutte le altre dimensioni dell’esistenza.
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Onisaburo Deguchi |
Proprio come i nostri corpi sono fatti da milioni di cellule, il kototama Su contiene tutti gli altri kototama.
Su è quindi chiamato “lo spirito creatore dell’universo”. Morihei Ueshiba, il
fondatore dell’Aikido, affermava che il detto biblico “In principio era il
verbo” va interpretato come il kototama
Su. In
quanto movimento puro, Su è lo
spirito della non-resistenza. Porta i nostri cinque sensi ad uno stato di pace.
E’ lo shisuka, il basso e tenue
rombo sotto l’indaffaramento quotidiano delle nostre menti. Nell’immobilità vi
è il più grande movimento, ma allo stesso tempo essa è priva di qualunque
realtà fissa e permanente. L’unione con questa origine spirituale è il
significato profondo della parola yoga.
Onisaburo Deguchi, il maestro spirituale di O-Sensei descriveva così il
processo:
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O-Sensei |
«All’inizio c’è Su (hochi). Usando tutto il vostro potere
dovete rendere chiara in voi questa grande origine. Possedendo questa saggezza
nel profondo del vostro hara, il
vostro centro fisico e psichico, potrete portare la vostra mente e i vostri
sensi ad uno stato di pace, anche durante attività impegnative. La saggezza
nascosta al centro del vostro essere deve diventare il mezzo attraverso cui
potete davvero ascoltare l’insegnamento di Su. All’interno del vuoto infinito il kototama Su risuona portando a noi la grande origine. Usando questa luce di
saggezza arriverete ad ascoltare il vero insegnamento dello spirito creatore di
Ame no Minaka Nushi. Quando si desta
il desiderio di comprendere chiaramente questa origine infinita bisogna
procedere con molta attenzione ed umiltà e praticare la purificazione sia la
mattina che la sera.
Ricevete la verità e la pienezza di Su,
assorbitela pienamente; portatela nel vostro hara e diventate tutt’uno con l’universo. Poi per tre giorni
nutrite questa sensazione giorno e notte. Ascoltate la voce del grande vuoto ed
annusatene il ki. Se continuate ad
allenarvi in questo modo, a prescindere dal livello e dal talento, riceverete
inevitabilmente la giusta luce di saggezza.»
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(2) William Gleason
(4 September 1943) ha vissuto a Tokyo dal 1969 al 1980, dove ha praticato
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William Gleason |
Aikido
tradizionale e spada giapponese, presso l'Aikikai Hombu Dojo. Gleason ha
scritto un breve resoconto della sua formazione presso il dojo, descrivendo l'
ambiente di formazione e le persone coinvolte (Takeda Yoshinobu, Kisaburo Osawa, Watanabe, Koichi Tohei, Mitsugi Saotome, Masando Sasaki, Seishiro Endo e
il secondo Doshu Kisshomaru Ueshiba. Descrive intensamente la
formazione con il compianto Seigo Yamaguchi, che divenne il suo mentore e
amico.
Gleason ha fondato nel 1980 a Boston Shobu Aikido, una organizzazione no-profit ed è membro della Scuola
Aikido di Ueshiba (ASU), sotto la direzione di Mitsugi Saotome. Molti
degli studenti di Gleason hanno aperto dojo affiliati Shobu Aikido in tutti gli Stati Uniti.
Nel 2005,
Gleason ha dato avvio al Shobu Okugyo
Teacher Training Center, un forum unico progettato per integrare gli
aspetti spirituali e fisici di Aikido. I
seminari sono ritiri di 5 giorni in cui gli studenti fanno meditazione e aikido
due volte al giorno, cucina macrobiotica e lettura, discussione e pratica del
kototama.
Gleason
ha scritto due libri. Il primo, I
fondamenti spirituali di Aikido, basato sulla ricerca iniziata durante i
suoi 10 anni in Giappone, ha lo scopo di introdurre i principi spirituali alla
base di Aikido. Questo
è il primo libro in inglese per affrontare il kototama (parola anime) e gli
insegnamenti dello Shinto e dell’Aikido. Morihei
Ueshiba avrebbe voluto che la sua arte marziale desse forma a una profonda
verità spirituale e vide l’Aikido non come metodo di combattimento o come uno
sport competitivo, ma piuttosto come un mezzo per diventare tutt’uno con le
leggi del ki universale. Gli
insegnamenti di Ueshiba sono sottili e utilizzano la terminologia esoterica
scintoista; sono quindi difficili da interpretare, soprattutto per il pubblico
occidentale. Questo
libro è stato tradotto in quattro lingue.
Il suo secondo libro è Aikido e Parole
del Potere: I Sacri Suoni del Kototama e tratta i suoni del kototama nella
pratica dell'aikido. Le
cinque vocali rappresentano varie dimensioni e livelli di consapevolezza , i
cui poteri diversi sono rivelati attraverso la pratica dell'Aikido. Gleason
presenta routine fisiche che forniscono un'introduzione a Kanagi, Sugaso e
Futonorito (livelli di sviluppo spirituale). Gleason
osserva che l'Aikido è stato spesso affrontato come una disciplina puramente
fisica, ma è un vero e profondo veicolo spirituale per chi vi si accosta con
sincerità di intenti. (profilo di William Gleason tratto e tradotto da Wikipedia.eng).