mercoledì 21 gennaio 2015

Aforismi di Shunryu Suzuki-Roshi


Alcune citazioni dai discorsi di Shunryu Suzuki-roshi (1904-1971) *, il grande maestro zen, fondatore del Zen Center di San Francisco.



- È la saggezza che va in cerca della saggezza.
- Nella mente del principiante ci sono molte possibilità, in quella dell’esperto poche.
- La pratica dello zazen è la diretta espressione della nostra vera natura. A rigor di termini, per un essere umano non esiste altra pratica che questa; non esiste altro sistema di vita che questo.
- Ciò che chiamiamo ‘io’ è soltanto una porta che si apre e si chiude quando inspiriamo ed espiriamo.
- Date alla vostra pecora o vacca un ampio, spazioso pascolo: è il modo migliore per controllarla.
- Poiché gustiamo con gioia ogni aspetto della vita come una manifestazione della grande mente, non ci interessa alcuna gioia straordinaria. In tal modo abbiamo una calma imperturbabile.
- Fareste bene a essere contenti per le erbacce che avete nella mente, perché in definitiva la vostra pratica ne sarà arricchita.
- Nella posizione zazen la mente e il corpo hanno l’immenso potere di accogliere le cose così come sono, sia piacevoli che spiacevoli.
- Fermare la mente non significa fermare le attività mentali. Significa che la mente pervade il corpo intero.
- Inchinarsi è una pratica molto seria. Dovreste essere sempre pronti a inchinarvi, persino nell’ultimo attimo di vita. Anche se è impossibile sbarazzarci dei nostri desideri egocentrici, dobbiamo farlo. La nostra vera natura lo esige.
- Continuando ogni giorno questa semplice pratica della meditazione, otterrete un meraviglioso potere. Prima di raggiungerlo, è qualcosa di meraviglioso, ma, una volta raggiunto, non è niente di speciale.
- Ciò su cui insistiamo è l’incrollabile fiducia nella nostra natura originaria.
- Se perdete lo spirito di ripetizione, la vostra pratica diventerà alquanto difficoltosa.
- Lo zen non è una forma di eccitazione o agitazione, bensì concentrazione sulla nostra solita ‘routine’ di tutti i giorni.
- Se la vostra pratica va bene, può darsi che ne diveniate orgogliosi. Ciò che fate va bene, ma vi si è aggiunto qualcosa in più. L’orgoglio è di troppo. Il retto sforzo è sbarazzarsi di ciò che è di troppo.
- Quando si fa qualcosa, bisogna bruciare completamente come un buon falò, senza lasciare
traccia di sé.
- Dare è non attaccamento: vale a dire, dare è semplicemente non attaccarsi a nulla.
- È quando la vostra pratica diventa troppo avida che vi scoraggiate. Dovreste dunque essere contenti di avere un segno o un segnale d’allarme che vi indichi il punto debole della vostra pratica.
- Non si tratta di avere un profondo sentimento del Buddhismo; noi semplicemente facciamo quello che dobbiamo fare e basta, come mangiare o andare a letto. Ecco il Buddhismo.
- Quando voi diventate voi, lo zen diventa zen. Quando voi siete voi, vedete le cose così come sono e diventate tutt’uno con ciò che vi circonda.
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* Shunryu Suzuki Roshi  
Quando lo confondevano con il professor D.T. Suzuki, Shunryu Suzuki Roshi - autore del celebre Mente Zen, mente di principiante - era solito dire. "No, quello è il grande Suzuki, io sono il piccolo Suzuki".

Figlio di un prete soto responsabile di un piccolo tempio giapponese, iniziò l'addestramento zen molto presto sotto la guida di Gyokujun So-on e di altri maestri. Nel 1959, ormai responsabile di molti templi e di un monastero, riuscì a realizzare il suo grande sogno: partire per l'America per diffondere lo zen soto, l'insegnamento di Dogen. Stabilitosi al Sokoji di San Francisco, un piccolo tempio soto di cui erano membri una sessantina di famiglie giapponesi, riunì attorno a sé un gruppo sempre più nutrito di studenti americani, fondando in pochi anni il San Francisco Zen Center e lo Zen Mountain Center di Tassajara, il primo monastero zen in America per ritiri intensivi. Shunryu Suzuki Roshi evoca una vita concreta dello spirito, che va oltre la religione per rivelare ciò che significa essere pienamente umani.


Biografia di Shunryu Suzuki Roshi
David Chadwick, Cetriolo storto. La vita e l'insegnamento di Shunryu Suzuki Roshi   Ubaldini Editore, Roma, 2000:
 

domenica 11 gennaio 2015

Il Sutra del Cuore e il Cuore dell'Aikido


"La base dell’aikido consiste nel diventare vuoti come il cielo. Da questo stato, nasce la libertà del movimento armonico. Diventare vuoti significa eliminare ogni pensiero illusorio e le idee errate di sé. La più alta consapevolezza (gokui) dell’aikido è armonizzare il proprio movimento con l’invisibile mondo dello spirito, il kotokama. Quando ciò è compiuto, l’intero universo è contenuto nel vostro hara, il centro vitale dal quale nasce la nuova energia della vita. Attraverso il budo io sono stato illuminato su questa realtà."
O Sensei, Il cuore dell'Aikido, Ed. Mediterranee 2011



Il Sutra del Cuore della Saggezza Suprema è uno dei sutra più importanti nella tradizione zen e più recitati nei monasteri. Il suo messaggio, ridotto ai minimi termini, è: tutto è vuoto, realizzando questa verità interiormente, si è liberi, illuminati, si è al di là dell'illusione.

 IL SUTRA DEL CUORE

Il bodhisattva Avalokitesvara praticava la profonda Prajnaparamita [la saggezza suprema].
In quel momento egli percepì che tutti e cinque gli skandha sono vuoti
e fu liberato da tutta l'angoscia e la sofferenza.
Oh Shariputra, la forma non è altro che vuoto, il vuoto non è altro che forma;
ciò che è forma è vuoto, ciò che è vuoto è forma (il primo skandha);
ed è lo stesso per sensazione, percezione, formazione karmica e coscienza (gli altri quattro skandha).
Shariputra, tutte le cose sono vuote apparizioni.
Esse non sono nate, non sono distrutte, non macchiate, non pure;
non aumentano né decrescono.
Perciò, nella vacuità non c'è forma, né sensazione, né percezione, né formazione karmica, né coscienza;
né occhi, orecchie, naso, lingua, corpo, mente;
né forma, suono, odore, gusto, tatto, oggetti;
né c'è un regno del vedere,
e così via finché giungiamo a nessun regno della coscienza;
non vi è conoscenza, ignoranza,
né fine della conoscenza, né fine dell'ignoranza,
e così via finché giungiamo a non ci sono vecchiaia e morte;
né estinzione di vecchiaia e morte;
non c'è sofferenza, karma, estinzione, Via;
né saggezza, né realizzazione.
Dal momento che non si ha nulla da conseguire, si è un bodhisattva.
Poiché ci si è interamente affidati alla Prajnaparamita,
la mente è priva d'ostacoli;
dal momento che la mente è priva d'ostacoli,
non si conosce paura, si è ben oltre tutto il pensiero illusorio,
e si raggiunge il Nirvana definitivo.
Poiché tutti i Buddha
del passato, del presente e del futuro
si sono interamente affidati alla Prajnaparamita
essi conseguono la suprema illuminazione.
Perciò sappi che la Prajnaparamita è il grande mantra,
il mantra più alto,
il supremo incomparabile mantra,
capace di placare tutta la sofferenza.
Questo è vero.
Non è falso.
Perciò io esclamo il mantra della Prajnaparamita,
esso dice:
Gate, gate, paragate, parasamgate, bodhi, svaha!

(È così, vai, vai, vai oltre, vai ancora oltre fino all'Illuminazione e in quello stato resta per sempre).