giovedì 29 maggio 2014

Domande di un praticante a Bruno


Pubblichiamo una breve intervista realizzata nel Novembre 2009 a Bruno Brugnoli, in occasione della pubblicazione del Giornalino Shobu Aiki (1)


D. Come e quando hai scoperto l'Aikido?

R:  Il mio incontro con l’AIKIDO è stato del tutto casuale.
Taisen Deshimaru
Forse potrei ricollegarlo alla mia curiosità per l’oriente, in particolare per India, Cina, Giappone.
Questa curiosità è stata sicuramente sollecitata dalla musica dei Beatles e dai poeti della Beat Generation, che mi hanno fatto scoprire lo YOGA, il TAOISMO e lo ZEN.
Non conoscevo l’AIKIDO, conoscevo il TAI CHI e cercavo un posto dove praticarlo. Quando un amico mi ha parlato del corso di AIKIDO, a cui si era iscritto l’anno prima, mi ha invitato a provare una lezione e da lì la mia ricerca di una pratica che unisse questi miei interessi è terminata.

D. Che cosa ti ha spinto a diffonderne i principi?

Tada Hiroshi
R: La convinzione che la pratica va condivisa, che si cresce insieme e che la crescita individuale avviene solo se la si condivide con gli altri.
Personalmente cerco di trasmettere gli insegnamenti che  ho ricevuto dai maestri che ho frequentato e che continuo a frequentare, lasciando liberi i praticanti di partecipare a stage con i vari maestri delle diverse scuole esistenti. In particolar modo consiglio gli insegnamenti dati dal maestro Tada Hiroshi che tutti gli anni tiene a La Spezia due settimane di insegnamenti di “KI NO RENNA” e “AIKIDO”.
Come per lo ZEN (Meditazione) e la sua essenza ZA ZEN (meditazione seduta), è difficile dire cos’è l’AIKIDO, per me è più semplice dire cosa non è: non è autodifesa personale, non è uno sport, non è una ginnastica, non è una pratica salutistica. Prendendo a prestito una descrizione fatta dal Maestro Tada Hiroshi, mi piace molto pensare che sia “ZEN in movimento”. Da qui  ti direi che la caratteristica del nostro AIKIDO sta proprio nel pensarlo e viverlo come  ZEN in movimento, meditazione in movimento. Forse il termine ZEN compare un po’ troppo, ma non ne posso fare a meno visto che oltre all’AIKIDO pratico ZEN da più di vent’anni e nel 2001 ho ricevuto l’ordinazione da monaco  nella linea di trasmissione “SOTO” dei Maestri Taisen Deshimaru e Roland Yuno Rech, mio attuale maestro.
Roland Yuno Rech

D. Se dovessi mettere in guardia un praticante - a qualunque punto del proprio percorso - da eventuali rischi nella pratica, che cosa gli raccomanderesti?

R: Ad un praticante consiglierei di  praticare  “MUSHOTOKU”,  un termine che il Maestro ZEN Taisen Deshimaru ed il Maestro ZEN  Roland Yuno Rech  ripetono in continuazione nei loro insegnamenti e che potremmo tradurre come “senza scopo”, praticare solo  per praticare senza alcuno scopo di profitto, qualunque scopo, che sia di avanzamento di grado, perfezionamento tecnico ecc., mantenendo sempre  lo spirito del principiante  “SHO SHIN”,  anche dopo 20, 30, 40, 50, 60 anni di pratica.

Morihei Ueshiba
Consiglierei di non giudicarsi, di salire sul tatami dimenticando tutto, lasciando fuori dalla porta del Dojo  i problemi della vita quotidiana e vedere il Dojo come uno spazio liberato, dove poter veramente entrare in contatto con se stessi e vedersi  riflessi negli altri e sperimentare. Raccomanderei di fare propria la frase di O SENSEI Morihei Ueshiba “AGATSU MASAKATSU” : la vera vittoria è la vittoria su sé stessi, di andare alla ricerca di se stessi, sicuramente di guardarsi e andare al di là del proprio piccolo “EGO”.

D. Concludendo con un messaggio ai praticanti... qual è il tuo augurio?

R: Siate felici!

------------------
Il Giornalino, Anno II, n.01 (Nov-2010)
(1) dal 2009 al 2011 per i praticanti dell'Associazione è stato pubblicato il Giornalino, con contributi, interviste e immagini raccolte dai praticanti stessi.   

Nessun commento: